Cassazione penale Sez. II sentenza n. 29526 del 13 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:29526PEN

Massima

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Il danneggiamento di un bene esposto alla pubblica fede, come un'autovettura parcheggiata in luogo pubblico, costituisce reato ai sensi dell'art. 635, comma 2, n. 3, c.p., anche dopo l'entrata in vigore del D.Lgs. n. 7 del 2016. Il giudice non può dichiarare il non doversi procedere per il venir meno della rilevanza penale del fatto, in quanto tale condotta rimane tipizzata come reato nell'ordinamento giuridico. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che il danneggiamento di beni esposti alla pubblica fede integra il reato di cui all'art. 635, comma 2, n. 3, c.p., a prescindere dalle modifiche normative intervenute, in quanto tale fattispecie criminosa tutela l'interesse pubblico alla conservazione e alla integrità di cose destinate all'uso comune o comunque esposte alla pubblica fede. La Corte ha pertanto annullato senza rinvio la sentenza di non doversi procedere, disponendo la trasmissione degli atti al giudice di merito per il prosieguo del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ALMA Marco Mar - rel. Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catanzaro;
nel procedimento nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 668/2016 in data 07/11/2016 del Giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Marco Maria Alma;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Baldi Fulvio, che ha conclus…

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