Cassazione penale Sez. III sentenza n. 35999 del 29 agosto 2023

ECLI:IT:CASS:2023:35999PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche in danno di persona non più convivente con l'agente, quando questi e la vittima siano legati da vincoli nascenti dal coniugio o dalla filiazione. La valutazione della sussistenza dei presupposti per il riconoscimento dell'attenuante della minore gravità del fatto di violenza sessuale, ai sensi dell'art. 609-bis, ultimo comma, c.p., attiene al merito e non può essere sindacata in sede di legittimità, se non in presenza di vizi logici o di carenze argomentative nella motivazione. Il reato di danneggiamento è procedibile a querela della persona offesa, salvo che il fatto sia commesso in occasione di altro delitto procedibile d'ufficio o la persona offesa sia incapace per età o infermità; in tali casi il reato è procedibile d'ufficio. La mancata accettazione della remissione di querela da parte della persona offesa comporta l'estinzione del reato di danneggiamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovanni - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 17.1.2022 della Corte di Appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis)); udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso; uditi i difensori, avv.ti (OMISSIS) ed (OMISSIS), che hanno concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con…

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