Il provvedimento di autotutela amministrativa volto all'annullamento di assegnazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica, effettuate in violazione di legge a seguito di condotte penalmente rilevanti accertate con sentenza passata in giudicato, è legittimo e doveroso al fine di rimuovere gli effetti permanenti di un grave e generalizzato vulnus arrecato in un settore di grande sensibilità sociale, purché adottato nel rispetto del termine ragionevole e dei criteri di proporzionalità e adeguatezza, contemperando l'interesse pubblico alla rimozione dell'illegittimità con quello degli assegnatari aventi effettivo diritto. In particolare, l'amministrazione può procedere all'annullamento delle assegnazioni effettuate in favore di nuclei familiari con punteggio insufficiente, verificando le singole posizioni considerate dalla giustizia penale e computando le assegnazioni effettuate a partire dalla data indicata, al fine di convalidare quelle in cui risulti che il numero di assegnazioni relative al sottogruppo di appartenenza abbia compreso tutte quelle precedenti aventi diritto con priorità. Il termine di 18 mesi previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241 del 1990, come integrato dalla legge n. 124 del 2015, non trova applicazione laddove l'atto illegittimo spiega effetti permanenti, essendo in tal caso possibile procedere all'annullamento in autotutela in ogni tempo, in ragione dell'indispensabilità di rimuovere gli effetti di condotte costituenti reato accertate con sentenza passata in giudicato.