Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15387 del 22 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:15387PEN

Massima

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Il possesso di un'arma clandestina, anche in assenza di prova della consapevolezza della sua provenienza delittuosa, integra il reato di ricettazione, in quanto la clandestinità dell'arma costituisce di per sé indice della sua provenienza da un precedente reato, essendo irrilevante che tale reato presupposto sia stato quello di abrasione del numero di matricola o di altro delitto. Inoltre, la circostanza attenuante del fatto di lieve entità prevista dalla legge sulle armi si applica esclusivamente ai reati di cui agli articoli da 1 a 4 della stessa legge, e non anche a fattispecie contemplate da altre normative, come quella sulla detenzione illecita di munizioni. Infine, la valutazione della sussistenza del dolo e dell'applicabilità delle circostanze attenuanti rientra nella discrezionalità del giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità, salvo i casi di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difesa di Be. Lu. (nato il (OMESSO));

avverso la sentenza della Corte d'appello di Torino, sezione 2 penale, in data 20.06.2008;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. ((omissis));

Sentita la requisitoria del sostituto procuratore generale Dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

OSSERVA

La difesa di Be. Lu. ricorre avverso la sentenza della Corte d'a…

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