Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8136 del 23 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:8136PEN

Massima

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Il comportamento persecutorio e violento di un soggetto nei confronti di prossimi congiunti, caratterizzato da reiterate condotte aggressive e minacciose, anche in presenza di un contesto familiare conflittuale, integra il reato di atti persecutori, lesioni e minaccia aggravata, indipendentemente dalle motivazioni soggettive dell'agente e dalla reazione delle vittime, essendo sufficiente la prova della gravità e della sistematicità delle condotte, che devono essere valutate nel loro complesso, senza che assumano rilievo le eventuali provocazioni o il clima di tensione familiare. Il giudice di merito, nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, non è tenuto a esaminare analiticamente tutti gli elementi favorevoli dedotti dall'imputato, essendo sufficiente il riferimento a quelli ritenuti decisivi, come la reiterazione e la gravità delle condotte, il lasso di tempo in cui si sono dipanate e l'assenza di elementi concreti di segno positivo idonei a incidere sull'entità del reato e sulla capacità a delinquere del reo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. PILLA Egle - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. CARUSILLO Elena - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/11/2021 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, i provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RENATA SESSA;
il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. DI LEO GIOVANNI;
il difensore dell'imputato ha insistito nell'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza del 29.11.2021 la Corte di Appello di Roma ha confermato la pronuncia emessa in primo grado ne…

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