La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Nel procedimento di rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione e la gestione di nuovi impianti di smaltimento e recupero di rifiuti disciplinato dall'art. 208 del d.lgs. n. 152/2006, la conferenza di servizi che precede la decisione finale ha natura meramente istruttoria, essendo l'unico soggetto competente a provvedere in via definitiva la Regione, il cui provvedimento autorizzatorio assorbe e sostituisce ogni altra specifica manifestazione di volontà decisoria di altri soggetti istituzionali competenti in via ordinaria, il cui ruolo viene fisiologicamente ridotto a quello di meri interlocutori procedimentali. Pertanto, il provvedimento finale di approvazione ed autorizzazione deve imputarsi esclusivamente all'amministrazione regionale che lo adotta, senza che i pareri negativi espressi dagli enti locali partecipanti alla conferenza di servizi possano vincolare l'esercizio del potere regionale, purché adeguatamente motivato. Inoltre, in tale procedimento speciale, non trovano applicazione i meccanismi di accelerazione e semplificazione procedimentale previsti dalla disciplina generale in materia di conferenza di servizi decisoria, che consentono di configurare ipotesi di assenso tacito e connessa decadenza dal potere di provvedere nei confronti dei soggetti assenti o che hanno emesso i loro pareri al di fuori della conferenza. Infine, la legittimazione all'utilizzo dell'area su cui realizzare l'impianto costituisce un presupposto essenziale per l'esercizio dei poteri istruttori della conferenza di servizi, la cui verifica rientra pertanto nella sua competenza, non potendosi prescindere da tale accertamento ai fini dell'espressione del parere finale.