La revoca delle misure di accoglienza per i richiedenti asilo può essere disposta ai sensi dell'art. 23, comma 1, lett. e) del d.lgs. n. 142/2015 in caso di violazione grave o reiterata delle regole della struttura di accoglienza, indipendentemente dalla tipologia di struttura in cui il richiedente è inserito. La comunicazione di avvio del procedimento, pur se non tradotta in lingua comprensibile allo straniero, non determina l'annullabilità del provvedimento finale qualora emerga in giudizio che il contenuto di quest'ultimo non potesse essere diverso da quello adottato, in applicazione della causa di non annullabilità di cui all'art. 21-octies della l. n. 241/1990. La revoca delle misure di accoglienza per gravi o reiterate violazioni delle regole della struttura è ritenuta provvedimento ragionevole e proporzionato, in considerazione della necessità di assicurare il regolare funzionamento delle strutture di accoglienza e la convivenza pacifica degli ospiti, nonché di sanzionare comportamenti aggressivi e violenti del richiedente asilo nei confronti del personale della struttura. Il mancato rispetto delle regole della struttura di accoglienza e l'adozione di condotte aggressive e violente da parte del richiedente asilo costituiscono presupposti sufficienti per la revoca delle misure di accoglienza, in quanto integranti la fattispecie legale di cui all'art. 23, comma 1, lett. e) del d.lgs. n. 142/2015.