Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34018 del 21 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:34018PEN

Massima

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Il giudice che applica la pena su richiesta delle parti (c.d. "patteggiamento") è tenuto a dichiarare espressamente la falsità degli atti e dei documenti di cui sia stata accertata la non rispondenza al vero, in ossequio al principio di legalità e di corrispondenza tra accertamento e pronuncia giudiziale. Tale obbligo di declaratoria di falsità sussiste anche quando il procedimento si concluda con l'applicazione della pena su richiesta, in quanto la natura premiale di tale rito speciale non esime il giudice dal compiere gli adempimenti doverosi previsti dalla legge processuale, tra cui rientra l'accertamento e la declaratoria della falsità degli elementi probatori su cui si fonda l'imputazione. La mancata pronuncia sulla falsità degli atti, pur in presenza di un accertamento in tal senso, determina un vizio della sentenza che ne impone l'annullamento con rinvio al giudice di merito per la necessaria integrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Campobasso;

avverso la sentenza di patteggiamento resa il 9.11.2009 dal Tribunale di Campobasso;

nei confronti di:

MO. Gi. , nato il (OMESSO);

Il PG. (nella persona del Cons. Dr. Martusciello) ha richiesto con requisitorie scritte del 9.4.2010, l'annullamento con rinvio dell'impugnata sentenza.

sentita la Relazione svolta dal Cons. dr…

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