Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20093 del 20 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:20093PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico commesso mediante l'induzione in errore dell'ufficiale pubblico competente al rilascio di un documento di identità, integra il reato di cui agli artt. 48 e 480 c.p., a prescindere dalla consapevolezza dell'agente circa la rilevanza giuridica delle false dichiarazioni rese sulle proprie qualità personali, atteso che tale elemento soggettivo è integrato dalla coscienza e volontà di fornire all'ufficiale pubblico informazioni non veritiere idonee a determinare l'emissione di un documento identificativo falso. Inoltre, la valutazione della personalità del reo, desunta dai numerosi precedenti penali e dalla pervicacia nel delinquere, costituisce adeguata motivazione per il giudice di merito nel rigettare la prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva contestata, rientrando tale apprezzamento nell'ambito del suo potere discrezionale in sede di commisurazione della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 04/07/2007 da:

AT. An., nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Milano del 22 maggio 2006;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere Dr. Paolo Antonio BRUNO;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in sede, in persona del Sostituto Dr. Gioacchino Izzo, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO D…

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