Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13580 del 5 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:13580PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, viola i doveri d'ufficio e le norme di legge o di regolamento, compiendo atti contrari all'imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione, integra il reato di abuso d'ufficio, a prescindere dalla distinzione tra atti ad effetti interni ed esterni. L'inserimento in una graduatoria di soggetti privi dei requisiti prescritti dalla legge, al fine di indurre in errore la pubblica amministrazione sulla debenza di un beneficio economico, realizza il delitto di tentata truffa aggravata. La falsità materiale in atto pubblico sussiste anche quando l'atto non sia stato protocollato, in quanto l'atto pubblico viene a esistere nel momento in cui è sottoscritto dal soggetto competente ad emetterlo, senza che sia necessaria alcuna formalità ulteriore. La responsabilità dell'autore della falsità può essere desunta anche dalle sue stesse ammissioni, qualora egli sia l'unico soggetto interessato alla formazione dell'atto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

RE. Vi. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3855 emessa il 21 maggio 2010 dalla Corte d'appello di Napoli;

Udita la relazione svolta dal cons. Dott. GARRIBBA Tito;

Udito il P.M., in persona del Sost. Procuratore Generale Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

p.1. La Corte d'appello di Napoli con sentenza del 21 maggio 2010 confermava q…

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