Il giudice di legittimità, nell'esercizio del sindacato di legittimità sulla motivazione della sentenza di merito, deve limitarsi a verificare l'esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter procedere a una diversa valutazione delle risultanze processuali, la cui disamina è riservata in via esclusiva al giudice di merito. La prova di colpevolezza può ritenersi validamente accertata sulla base di elementi indiziari, quali la titolarità dell'utenza telefonica utilizzata per i contatti relativi alla vendita e il possesso della procura a vendere il bene oggetto del reato. L'eventuale prescrizione del diritto al risarcimento del danno non incide sull'ammissibilità della costituzione di parte civile, in quanto il termine quinquennale previsto per l'azione civile da responsabilità extracontrattuale decorre autonomamente rispetto alla prescrizione del reato. Il giudice di legittimità, in presenza di motivi di ricorso non manifestamente infondati relativi ai diritti di difesa, deve annullare la sentenza senza rinvio qualora il reato risulti estinto per prescrizione, confermando tuttavia le statuizioni civili.