Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21860 del 29 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:21860PEN

Massima

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Il contenuto diffamatorio di uno scritto e la valutazione del carattere di critica dello stesso rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità, purché siano rispettati i criteri di valutazione corretti. Pertanto, in tema di diffamazione a mezzo stampa, l'individuazione del soggetto passivo, ai fini della legittimazione all'esercizio del diritto di querela, deve avvenire attraverso un'analisi complessiva degli elementi della fattispecie concreta, quali la natura e la portata dell'offesa, le circostanze narrate, i riferimenti personali e temporali, in modo da desumere con ragionevole certezza l'identità dell'offeso. Inoltre, l'esimente del diritto di critica è applicabile solo se il limite della continenza è rispettato e se è stata tentata la prova della verità dei fatti, altrimenti il contenuto dello scritto deve ritenersi diffamatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE Renato - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LA. AL., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 03/10/2007 CORTE APPELLO di CATANZARO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. DIDONE ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. COSTA Giancarlo.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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