Cassazione penale Sez. I sentenza n. 42610 del 18 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:42610PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: In caso di successione di leggi penali nel tempo, qualora la nuova normativa incriminatrice abbia modificato in modo sostanziale la fattispecie rispetto alla precedente disposizione, determinando una situazione di abolitio criminis, il giudice della cognizione è tenuto a prendere atto di tale mutamento normativo e ad annullare senza rinvio la condanna, anche se la sentenza non è ancora divenuta irrevocabile, in applicazione dell'art. 2 c.p. e dell'art. 673 c.p.p., in quanto la nozione di "sentenza irrevocabile" di cui all'art. 2 c.p. deve essere ricondotta al concetto di giudicato formale. Ciò in quanto, fino al passaggio in giudicato della pronuncia, il giudice conserva il potere-dovere di rilevare l'intervenuta depenalizzazione del fatto e di dichiarare che il fatto non è più previsto dalla legge come reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BRESCIA;

nei confronti di:

1) AD. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 5302/2010 TRIBUNALE di BRESCIA, del 21/12/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ADRIANA CARTA;

lette le conclusioni del PG Dott. IZZO Gioacchino, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

IN FATTO

1. Con sentenza in data 21 dicembre 2010, emessa su acc…

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