Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'azione di garanzia per vizi e difformità dell'opera edilizia, prevista dall'art. 1667 c.c., è soggetta a un termine di prescrizione biennale decorrente dalla consegna dell'opera, il cui onere probatorio grava sul committente. Tuttavia, il riconoscimento dei vizi da parte dell'appaltatore e l'assunzione dell'impegno a eliminarli determinano l'insorgere di una nuova obbligazione di garanzia, autonoma rispetto a quella originaria, soggetta al termine prescrizionale ordinario decennale e non al termine breve di cui all'art. 1667 c.c. Inoltre, le norme sulla prescrizione breve di cui all'art. 1667 c.c. non si estendono al progettista e direttore dei lavori, il cui rapporto con il committente è disciplinato dalle norme sul contratto d'opera intellettuale, soggetto alla prescrizione ordinaria. Pertanto, la valutazione complessiva dei vizi e difetti dell'opera, anche se non singolarmente gravi da integrare la fattispecie di cui all'art. 1669 c.c., può comunque determinare l'applicazione del termine prescrizionale ordinario decennale, qualora l'appaltatore ne abbia riconosciuto l'esistenza e assunto l'impegno a eliminarli.