Il reato di sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro penale o amministrativo di cui all'art. 388, comma 3, c.p. può essere integrato non solo dal proprietario del bene, ma anche da chiunque ne abbia l'effettiva disponibilità e ne sia il reale utilizzatore, a prescindere dalla titolarità formale del diritto di proprietà. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente la mera consapevolezza dello spostamento fisico del bene dal luogo di esecuzione del pignoramento, senza che sia necessario un dolo ulteriore di elusione delle finalità per cui il vincolo è stato apposto, atteso che tale reato ha natura di reato a dolo generico e non specifico. L'estensione della nozione di proprietario a chiunque abbia la disponibilità del bene, pur in contrasto con il dato normativo letterale, si risolve in un'analogia in bonam partem a favore dell'agente, sottraendo alle più gravi sanzioni derivanti dall'applicazione degli artt. 351 c.p. e 625 c.p., n. 7 le condotte riferibili al detentore non proprietario.