Cassazione penale Sez. III sentenza n. 19579 del 13 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:19579PEN

Massima

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Il toccamento delle parti intime di una persona, compiuto con violenza e senza il suo consenso, integra il reato di violenza sessuale, anche qualora l'azione sia stata repentina e il contatto fisico sia avvenuto al di sopra o al di sotto degli indumenti della vittima. La responsabilità penale dell'autore può essere accertata sulla base delle dichiarazioni dettagliate e coerenti della persona offesa, corroborate dalle testimonianze di terzi che abbiano assistito all'episodio o riferito frasi confessorie pronunciate dal reo. Eventuali incertezze o contraddizioni marginali nelle deposizioni non inficiano la validità della prova, purché il quadro probatorio nel suo complesso risulti logico e convincente. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità delle prove, gode di ampio margine di discrezionalità, le cui valutazioni non sono sindacabili in sede di legittimità, se sorrette da adeguata e coerente motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano del 4 aprile 2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Alessandro M. Andronio;

udito il pubblico ministero, in persona del sostituto procuratore generale dott. CANEVELLI Paolo che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. - Con sentenza del 4 aprile 2013, la Corte d'appello di …

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