Cassazione penale Sez. I sentenza n. 30955 del 15 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:30955PEN

Massima

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Il contributo stabile e sistematico di un pubblico ufficiale agli interessi di un'associazione di tipo mafioso, realizzato attraverso l'abuso del proprio ruolo istituzionale per fornire informazioni riservate, favorire il rilascio di autorizzazioni amministrative e commettere altri atti illeciti, integra la fattispecie di appartenenza all'associazione mafiosa ai fini dell'applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, anche in assenza di una formale adesione al sodalizio criminale. La pericolosità sociale attuale del proposto può essere desunta dalla frequenza e dalla durata dei contatti con esponenti di vertice dell'associazione, dalla persistenza del vincolo associativo, dalle dichiarazioni mendaci rese in sede di interrogatorio e dal mantenimento di collegamenti istituzionali anche dopo la cessazione del servizio, elementi che denotano la permanenza di un legame stabile e la volontà di preservare il ruolo di riferimento all'interno della struttura criminale. Il decorso di un rilevante arco temporale privo di elementi di segno contrario o il mutamento delle condizioni di vita del soggetto possono, tuttavia, rendere incompatibile una conclusione di persistenza del vincolo associativo e di attualità del profilo di pericolosità personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 06/07/2018 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANTONIO CAIRO;
Letta la requisitoria depositata dal sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte con cui ha richiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Bologna, con decreto in data 10/7/2018, ha confermato il decreto del Tribunale di ((omissis)) …

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