La normativa regionale di cui all'art. 26, comma 2, lett. b) della l.r. 9/1993 stabilisce un divieto assoluto di nuove edificazioni in area demaniale, a prescindere dall'esistenza di una pregressa concessione demaniale. Tale divieto non ammette deroghe e comporta il diniego vincolato del condono edilizio per opere abusive realizzate in tali aree, in quanto la norma impone un vincolo di inedificabilità assoluta. Pertanto, una volta accertato che l'immobile oggetto di richiesta di condono edilizio insiste su area demaniale, l'amministrazione è tenuta a negare il condono, non potendo in alcun modo autorizzare la sanatoria di opere abusive realizzate in violazione del divieto di edificazione in area demaniale previsto dalla legge regionale. Il giudice amministrativo, nel valutare la legittimità del diniego di condono, deve limitarsi a verificare la sussistenza del presupposto di fatto, ovvero l'ubicazione dell'immobile in area demaniale, senza che assumano rilievo eventuali precedenti concessioni demaniali o altri profili di illegittimità dell'azione amministrativa, in quanto l'art. 26, comma 2, lett. b) l.r. 9/1993 impone un divieto inderogabile di edificazione in tali aree.