La prescrizione del reato è interrotta dalla richiesta di rinvio a giudizio, facendo decorrere un nuovo termine prescrizionale massimo di sette anni e sei mesi, che non può essere superato al momento della pronuncia del giudice, anche qualora il termine ordinario di sei anni sia già decorso. Il principio di diritto espresso nella sentenza è che la prescrizione del reato, pur essendo inizialmente calcolata in base al termine ordinario di sei anni, può essere interrotta dalla richiesta di rinvio a giudizio. In tal caso, il nuovo decorso del termine prescrizionale impone di aver riguardo al termine massimo di sette anni e sei mesi, che non può essere superato al momento della pronuncia del giudice, anche qualora il termine ordinario di sei anni sia già decorso. Pertanto, il giudice non può dichiarare l'estinzione del reato per prescrizione se, al momento della decisione, il termine massimo di sette anni e sei mesi non è ancora spirato, nonostante il decorso del termine ordinario di sei anni. Ciò al fine di garantire l'effettività dell'azione penale e il perseguimento della giustizia, evitando che il mero decorso del tempo possa impedire l'accertamento della responsabilità penale. La massima giuridica così formulata esprime in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico o citazioni non essenziali.