La Soprintendenza, nell'esercizio dei poteri conferitile dall'art. 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, effettua una valutazione di discrezionalità tecnica sulla compatibilità paesaggistica degli interventi edilizi, sindacabile dal giudice amministrativo solo per profili di illogicità, irragionevolezza o errore nei presupposti. Tale valutazione non si limita ad un mero controllo di legittimità, ma include giudizi di merito sulla rispondenza dell'opera alle caratteristiche tipologiche ed estetiche dell'architettura rurale tradizionale e sulla sua integrazione con il contesto territoriale di riferimento. Pertanto, il parere negativo della Soprintendenza, adeguatamente motivato in relazione a specifici elementi progettuali ritenuti incompatibili con i valori paesaggistici tutelati, non può essere annullato dal giudice amministrativo in assenza di vizi di illogicità, irragionevolezza o errori sui presupposti, essendo espressione di un potere discrezionale tecnico che rientra nella sfera di competenza dell'autorità preposta alla tutela del paesaggio.