Il procedimento espropriativo per la realizzazione di un piano di edilizia economica e popolare (P.E.E.P.) è disciplinato da una normativa speciale che prevede una durata di efficacia del decreto di esproprio pari a 18 anni, in deroga al termine quinquennale previsto dalla legge generale sull'espropriazione. Pertanto, il decreto di esproprio adottato entro tale termine è da considerarsi tempestivo, a prescindere dalla conclusione del procedimento ablativo con l'adozione del provvedimento finale di espropriazione o con la stipula dell'accordo bonario per la cessione volontaria del bene. L'istituto dell'accessione invertita o occupazione appropriativa non trova applicazione in tale contesto, essendo il procedimento espropriativo regolato da una disciplina speciale che prevale sulla normativa generale. Conseguentemente, il proprietario espropriato non può chiedere il risarcimento del danno per la perdita del diritto dominicale, ma solo l'eventuale integrazione dell'indennità di espropriazione, ove questa sia stata determinata in misura inferiore al valore venale del bene. Inoltre, i danni derivanti dall'esecuzione dei lavori di realizzazione dell'opera pubblica, ove non riconducibili all'esercizio del potere espropriativo, rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario.