Il proprietario di un bene immobile illegittimamente occupato dalla pubblica amministrazione ha diritto al risarcimento del danno pari al valore venale del bene, calcolato con riferimento alla qualificazione urbanistica posseduta al momento dell'occupazione e per tutto il periodo in cui questa si è protratta, a prescindere da eventuali successive modifiche della destinazione d'uso che abbiano comportato un incremento del valore del bene. Il risarcimento è dovuto in solido dalla pubblica amministrazione e dal soggetto privato al quale essa abbia delegato lo svolgimento delle procedure espropriative, salvo che quest'ultimo dimostri l'assenza di un proprio concorso di colpa. Il proprietario ha altresì diritto al rimborso delle spese sostenute per il ripristino dello stato dei luoghi a seguito della restituzione del bene. Il giudice, nel determinare il quantum del risarcimento, deve applicare i principi affermati dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 349 del 2007, che ha dichiarato costituzionalmente illegittima la normativa che non prevedeva il risarcimento del danno da occupazione illegittima in misura pari al valore venale del bene, principi che devono ritenersi direttamente applicabili anche ai rapporti pregressi non ancora esauriti.