Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34457 del 23 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:34457PEN

Massima

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Il tentativo di estorsione mediante minaccia di pubblicazione di fatti dannosi per la reputazione della vittima, pur essendo una manifestazione della libertà di stampa, integra il reato di tentata estorsione, in quanto la richiesta di denaro in cambio della mancata pubblicazione costituisce una forma di coartazione della volontà della persona offesa. Il giudice di merito, nel valutare la congruità della pena, può legittimamente considerare i precedenti penali dell'imputato, senza dover necessariamente esaminare tutti i criteri di cui all'art. 133 c.p., essendo sufficiente una motivazione adeguata in relazione all'entità del fatto, alla personalità dell'imputato e all'intensità del dolo. Il diniego delle attenuanti generiche, in presenza di numerosi precedenti penali a carico dell'imputato, è pertanto correttamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - rel. Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. AT. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3283/2005 CORTE APPELLO di CATANIA, del 03/06/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/06/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LAURENZA NUZZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GIALANELLA Antonio che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Gi. At. ha proposto ricorso per cassazione avverso la…

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