Consiglio di Stato sentenza n. 8570 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:8570SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha affermato il seguente principio di diritto: L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive ha natura vincolata e non necessita di una specifica motivazione in ordine all'interesse pubblico sotteso, in quanto il legislatore impone all'autorità comunale di ordinare la demolizione, senza gravarla della previa verifica della loro sanabilità. L'abusività degli interventi, confermata anche dalla presentazione di istanza di sanatoria, non necessita di motivazione ulteriore e diversa da quella posta alla base del provvedimento impugnato, con rinvio agli atti prodromici. La valutazione degli abusi edilizi presuppone una visione complessiva e non atomistica delle opere realizzate, in quanto il pregiudizio arrecato al regolare assetto del territorio deriva non da ciascun intervento a sé stante, bensì dall'insieme delle opere nel loro contestuale impatto edilizio e nelle reciproche interazioni. Pertanto, non è ammissibile scindere idealmente una costruzione nei vari elementi che la compongono, facendo valere la natura pertinenziale o in relazione ai diversi interventi che l'abbiano interessata, al fine di ritenere legittimi singoli elementi o interventi. L'onere probatorio circa la data di realizzazione e la consistenza originaria dell'immobile abusivo grava sul privato, in quanto solo l'interessato può fornire inconfutabili atti, documenti ed elementi probatori che possano radicare la ragionevole certezza dell'epoca di realizzazione di un manufatto. La perizia tecnica di parte, non giurata, che si riferisce a elementi cartolari irrilevanti ai fini dell'effettiva esistenza o meno dell'immobile alla data riferita dall'appellante, non offre concreti elementi di fatto relativi all'epoca dell'abuso, tali da trasferire l'onere della prova contraria in capo all'Amministrazione. Infine, la presentazione di una nuova istanza di permesso di costruire, finalizzata alla demolizione di tutto il preesistente e alla rilocalizzazione dell'opificio, non configura una richiesta di sanatoria e non spiegherebbe effetti invalidanti o sospensivi sull'ordine di demolizione già emesso.

Sentenza completa

Pubblicato il 28/09/2023

N. 08570/2023REG.PROV.COLL.

N. 05873/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5873 del 2020, proposto da Cea Costruzioni s.r.l., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall'avv. Michele Miccoli, con domicilio digitale come da PEC da registri di giustizia e domicilio fisico eletto presso lo studio del medesimo, sito in Roma, via Emilio De Cavalieri n.11;

contro

Comune di Motta San Giovanni (Reggio Calabria), in persona del Sindaco
pro tempore
, non costituito in giudizio;

per la riforma

della sentenza del T.a.r. per la Calabria, sez. st. di Reggio Calabria n. 269/2020.

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;<…

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