Cassazione penale Sez. V sentenza n. 55011 del 28 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:55011PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura non solo quando l'agente oppone una mera resistenza fisica, ma anche quando pone in essere condotte verbali idonee a intimidire gli operanti, anche se non accompagnate da atti di violenza fisica. Pertanto, le minacce rivolte ai pubblici ufficiali, anche se non seguite da azioni concrete, integrano il reato di resistenza aggravata, in quanto espressione di una condotta attiva e intenzionalmente diretta a ostacolare l'attività degli stessi. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di tale reato, gode di ampio potere discrezionale nell'apprezzamento degli elementi di prova, il cui esito è insindacabile in sede di legittimità se sorretto da adeguata e congrua motivazione, esente da vizi logico-giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/11/2015 della CORTE APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/09/2016, la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCA MORELLI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI LEO Giovanni che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte d'Appello di Genova …

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