Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41108 del 30 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:41108PEN

Massima

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La misura cautelare della custodia in carcere può essere applicata, in deroga alla presunzione di adeguatezza di cui all'art. 275 c.p.p., comma 3, per i delitti aggravati ai sensi dell'art. 7 del d.l. n. 152/1991, conv. in l. n. 203/1991, quando, in relazione al caso concreto, emergano elementi specifici che dimostrino l'attualità e la concretezza del pericolo di reiterazione del reato, in considerazione della gravità del fatto, della personalità dell'indagato, della sua contiguità al contesto associativo di stampo mafioso e della sua vicinanza a soggetti attivamente coinvolti nell'associazione criminale. In tali ipotesi, il Tribunale del Riesame è tenuto a motivare in modo congruo e logico l'adeguatezza della misura custodiale applicata e l'impossibilità di soddisfare le esigenze cautelari con misure meno afflittive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 02/02/2016 del TRIB. LIBERTA' di TORINO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. FIDANZIA ANDREA;
lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott. TOCCI STEFANO;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. TOCCI Stefano, ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
L'avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), per il ricorrente ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

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