Il reato di associazione per delinquere ex art. 416 c.p. richiede la prova di un accordo programmatico tra tre o più persone finalizzato alla commissione di una pluralità indeterminata di reati, supportato dalla creazione di una struttura organizzativa, a prescindere dalla concreta realizzazione dei reati-fine. Tale reato associativo è autonomo e distinto dai singoli reati-fine, sicché l'accertamento dell'insussistenza di uno o più di questi ultimi non determina necessariamente l'improcedibilità dell'azione penale per il reato associativo, né tantomeno l'evidenza dell'innocenza dell'imputato tale da giustificare un proscioglimento con formula ampia ai sensi dell'art. 129, comma 2, c.p.p. Ciò in quanto il nucleo centrale ed essenziale della violazione contestata nel reato associativo non si sovrappone necessariamente a quello dei singoli reati-fine, neppure agli effetti del divieto di bis in idem di cui all'art. 4 Prot. n. 7 CEDU. Pertanto, in assenza di elementi positivi che contraddicano in modo evidente l'ipotesi accusatoria, il giudice non può pronunciare sentenza di proscioglimento con formula più ampia rispetto alla mera declaratoria di estinzione del reato per intervenuta prescrizione, dovendo limitarsi a tale pronuncia quando il dibattimento non si sia potuto esaurire per il sopraggiungere della prescrizione.