Il silenzio serbato dall'amministrazione comunale oltre il termine di legge sulla domanda di rilascio del permesso di costruire, presentata dal privato in conformità alla normativa urbanistico-edilizia vigente e munita di tutti i necessari presupposti e requisiti, comporta la formazione del silenzio-assenso ai sensi dell'art. 20, comma 8, del D.P.R. n. 380/2001 e dell'art. 7, comma 8, della L.R. Lazio n. 13/1997, con conseguente effetto autorizzatorio diretto e immediato, senza che l'amministrazione possa opporre valide ragioni ostative. L'amministrazione è pertanto tenuta a provvedere alla formazione del titolo edilizio documentale, eventualmente utilizzabile nei rapporti con i terzi, in attuazione del principio di certezza giuridica, senza che ciò possa ritenersi incompatibile con l'effetto autorizzatorio derivante dal silenzio-assenso, il quale costituisce un titolo legittimante l'intervento edilizio. Il privato, in tal caso, è titolare di un interesse legittimo non solo al rilascio del titolo edilizio esplicito, ma anche all'instaurazione e alla conclusione tempestiva del procedimento amministrativo, nel rispetto dei termini di legge e dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa.