Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è il seguente: Nel procedimento disciplinare a carico di magistrati, il preventivo interrogatorio dell'incolpato da parte della Procura generale non costituisce presupposto di validità della richiesta di fissazione dell'udienza di discussione orale, trattandosi di adempimento non previsto dal D.Lgs. n. 109 del 2006, il quale reca una disciplina autonoma, completa e specifica della chiusura delle indagini disciplinari, che preclude l'applicazione dell'art. 415-bis c.p.p. La mancata previsione di una causa di incompatibilità del componente della Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura che abbia già espresso un parere sui medesimi fatti oggetto del procedimento disciplinare in sede di attribuzione di un incarico direttivo non determina una violazione del diritto ad essere giudicati da un tribunale indipendente e imparziale, in quanto tale situazione non integra gli estremi dell'incompatibilità, mentre l'ordinamento appresta gli strumenti dell'astensione e della ricusazione, applicabili in base agli artt. 51 e 52 c.p.c., idonei a tutelare l'imparzialità del giudice. Pertanto, la disciplina interna che regola la composizione e il funzionamento della Sezione disciplinare del C.S.M. è conforme ai parametri costituzionali e convenzionali di indipendenza e imparzialità del giudice, non essendo necessaria una previsione di incompatibilità in via interpretativa.