Il sequestro preventivo e la successiva confisca di beni ai sensi del Decreto Legge n. 306 del 1992, art. 12-sexies, non richiedono l'accertamento di un nesso di pertinenzialità tra i beni da sottoporre a sequestro e il reato contestato all'indagato, né che i beni siano stati acquistati in un periodo di tempo prossimo alla commissione del reato. È sufficiente che sia provata l'esistenza di una sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità dell'indagato e il reddito dichiarato o i proventi della sua attività economica, accertati con riferimento al momento dell'acquisto, e che l'indagato non fornisca una giustificazione credibile della loro lecita provenienza. La valutazione di tali requisiti rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità salvo vizi di illogicità o irragionevolezza manifesta. La normativa nazionale in materia di confisca per equivalente, di cui all'art. 322-ter c.p., risulta pienamente conforme alla Decisione Quadro 2005/212/GAI del Consiglio dell'Unione Europea, la quale non impone la necessità di un nesso di pertinenzialità tra i beni da confiscare e il reato addebitato all'indagato.