Cassazione penale Sez. III sentenza n. 24638 del 3 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:24638PEN

Massima

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Il vizio parziale di mente, pur non escludendo la capacità di intendere, può rilevare autonomamente ai fini dell'imputabilità qualora gli impulsi all'azione illecita siano di tale ampiezza e consistenza da vanificare la capacità di apprezzarne le conseguenze, purché sussista un nesso eziologico con la specifica condotta criminosa. In tal caso, la diminuzione di pena deve essere graduata in funzione della gravità della malattia e della sua incidenza sulla genesi della condotta antigiuridica, potendo essere applicata una riduzione inferiore a quella massima consentita qualora risulti che l'autore sia stato indotto al reato anche da altri fattori, diversi dalla patologia mentale e con essa concorrenti. Il riconoscimento del vizio parziale di mente non preclude tuttavia il diniego delle attenuanti generiche, qualora la maggiore intensità del dolo, desumibile dalle gravi modalità della condotta criminosa e dalla personalità negativa dell'imputato, giustifichi tale esclusione. Parimenti, la graduazione della pena, anche in relazione agli aumenti ed alle diminuzioni previsti per le circostanze aggravanti ed attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale è tenuto a dare conto dell'impiego dei criteri di cui all'art. 133 c.p. con motivazione non illogica né contraddittoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - rel. Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza de 18/01/2018 della Corte di Appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere CERRONI Claudio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Molino Pietro, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 18 gennaio 2018 la Corte di Appello di Napoli, in parziale riforma della sentenza del 19 gennaio 2…

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