Il provvedimento amministrativo di sospensione dei lavori edilizi, adottato ai sensi dell'art. 4 della legge n. 47/1985, perde efficacia per il decorso del termine di 45 giorni dalla sua emanazione, determinando il venir meno dell'interesse al ricorso giurisdizionale. Inoltre, la presentazione di un'istanza di condono edilizio, ai sensi della legge n. 326/2003, costituisce una ulteriore causa di improcedibilità del ricorso, secondo l'orientamento giurisprudenziale prevalente. In tali ipotesi, il giudice amministrativo è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso, in quanto l'interesse del ricorrente è venuto meno per effetto del decorso del termine di efficacia del provvedimento impugnato o della presentazione dell'istanza di condono. Ciò trova giustificazione nel principio di economia processuale e di ragionevole durata del processo, in base al quale il giudice non deve pronunciarsi su questioni divenute prive di utilità per il ricorrente. Tuttavia, in presenza di giusti motivi, il giudice può compensare integralmente le spese di giudizio tra le parti, al fine di evitare un aggravio economico ingiustificato per il ricorrente, il cui interesse, pur essendo venuto meno, era comunque meritevole di tutela.