Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17711 del 24 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:17711PEN

Massima

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Il reato di calunnia si configura quando l'imputato, negata la sussistenza del fatto addebitatogli, accusi consapevolmente terzi di fatti criminosi, senza che possa invocarsi la scriminante dell'esercizio del diritto di difesa. L'elemento soggettivo del reato può essere desunto dalle concrete circostanze e modalità esecutive dell'azione, attraverso un processo logico-deduttivo che consente di risalire alla sfera intellettiva e volitiva del soggetto. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle prove e nell'apprezzamento della personalità dell'imputato ai fini del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, purché tale valutazione sia congruamente motivata. La pronuncia sull'assegnazione di una provvisionale in sede penale ha carattere meramente delibativo e non acquista efficacia di giudicato in sede civile, essendo rimessa alla discrezionalità del giudice di merito senza necessità di specifica motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 18/07/2013 della Corte di appello di Caltanissetta;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. APRILE Ercole;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con la sentenza sopra indicata l…

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