Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45672 del 14 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:45672PEN

Massima

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Il diritto di cronaca e critica giornalistica, pur costituendo espressione della libertà di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantita, trova il suo limite nel rispetto della verità dei fatti riportati e nella continenza del linguaggio utilizzato, dovendo il giornalista sottoporre la notizia a doverosi controlli e verifiche per vincere ogni ragionevole dubbio sulla sua veridicità, astenendosi dall'attribuire al soggetto specifici comportamenti o espressioni mai tenuti o pronunciati, e adoperando termini proporzionati all'esigenza di evidenziare la gravità dell'accaduto, senza eccedere in espressioni pretestuosamente denigratorie e sovrabbondanti rispetto alle finalità informative e di critica. Pertanto, la diffusione di notizie obiettivamente false e denigratorie della correttezza e professionalità di soggetti pubblici, rappresentative di una indebita commistione tra funzioni pubbliche e interessi privati, non può ritenersi scriminata dall'esercizio del diritto di cronaca e critica, comportando la responsabilità penale del giornalista per il reato di diffamazione. La concessione o il diniego delle circostanze attenuanti generiche, inoltre, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui valutazione è incensurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata, senza che assuma rilevanza il mancato esame di tutti i parametri di cui all'art. 133 c.p., essendo sufficiente il riferimento alle sole ragioni preponderanti della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata in data 5.6.2012 dalla corte di appello di Palermo;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale Dott. STABILE Carmine, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito per le parti civili costituita l'avv. (OMISSIS), del Foro di (OMISSIS), c…

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