Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2525 del 21 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:2525PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, disponendo per ragioni d'ufficio dell'utenza telefonica intestata all'Amministrazione, la utilizzi per effettuare chiamate di interesse personale, commette il reato di peculato. Tale condotta integra un abuso della funzione pubblica e una distrazione di beni pubblici per fini privati, in violazione dei doveri di fedeltà e correttezza che gravano sul pubblico agente. La giurisprudenza di legittimità è consolidata nel ritenere che l'utilizzo improprio di risorse pubbliche, anche di modesto valore, costituisca un illecito penale, a prescindere dalla sussistenza di un danno patrimoniale effettivo per l'Amministrazione. Ciò in quanto il peculato tutela non solo il patrimonio pubblico, ma anche il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione, principi fondamentali sanciti dalla Costituzione. Pertanto, l'accertamento della condotta abusiva e dell'assenza di una legittima finalità istituzionale è sufficiente a integrare il reato, senza che sia necessario dimostrare l'effettiva sottrazione della cosa mobile. Anche l'utilizzo di modeste risorse pubbliche per finalità personali, come nel caso di telefonate, integra la fattispecie delittuosa, in quanto lede la fiducia dei cittadini nell'operato della pubblica amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ca. Fr. , nato ad (OMESSO);

avverso la sentenza del 1 marzo 2007 emessa dalla Corte d'appello di Potenza;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del consigliere Dott. FIDELBO Giorgio;

sentito il Sostituto Procuratore generale, Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con la decisione in epigrafe la Corte d'appello d…

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