Il reato di cui all'art. 95 del D.P.R. n. 115 del 2002 si estingue per prescrizione, decorso il termine massimo di sette anni e sei mesi, anche quando la sentenza di secondo grado sia stata pronunciata successivamente alla maturazione della causa estintiva, in assenza di evidenza dagli atti dell'insussistenza del fatto-reato. In tali casi, il giudice di legittimità è tenuto ad annullare senza rinvio la sentenza impugnata, rilevando d'ufficio l'intervenuta prescrizione, in applicazione dell'art. 129 c.p.p., senza poter procedere ad una pronuncia di assoluzione nel merito. Il principio di diritto sotteso è quello per cui, una volta maturata la causa estintiva del reato, il giudice non può esimersi dal dichiararne l'estinzione, indipendentemente dalla fase processuale in cui ciò avvenga, essendo preclusa ogni valutazione nel merito dell'imputazione, in ossequio al divieto di un giudizio inutile e all'economia processuale.