La pianificazione urbanistica comunale, nell'esercizio della propria discrezionalità tecnica, può legittimamente sottoporre i terreni di proprietà privata alla disciplina delle zone con prevalente o esclusiva funzione agricola, anche in assenza di una loro effettiva utilizzazione a fini agricoli, purché tale scelta risulti ragionevole e proporzionata rispetto all'obiettivo di tutelare il territorio da un eccessivo consumo e di garantirne uno sviluppo armonico e ordinato, in conformità ai principi di cui all'art. 40 della legge regionale n. 1/2005. L'Amministrazione non è tenuta a motivare analiticamente le ragioni della destinazione attribuita alle singole aree, essendo sufficiente che la scelta risulti coerente con i criteri generali di impostazione della pianificazione, salvo i casi di macroscopica erroneità o irragionevolezza. Inoltre, il mancato accoglimento delle osservazioni presentate dai privati nel procedimento di formazione degli strumenti urbanistici è validamente motivato dal semplice richiamo ai suddetti criteri generali, senza necessità di una specifica e puntuale confutazione di ciascuna delle deduzioni ivi contenute.