Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9853 del 6 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:9853PEN

Massima

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Il reato di minaccia, essendo a dolo generico, sussiste indipendentemente dalle motivazioni che hanno indotto l'agente a proferire la minaccia, la quale deve essere valutata oggettivamente in base al comune sentire, senza che rilevi la fondatezza o meno delle pretese economiche vantate dalla persona offesa, oggetto di una controversia civile pendente. Tuttavia, la pena irrogata deve essere proporzionata alla gravità del fatto, con conseguente riduzione della sanzione pecuniaria in caso di assorbimento di altri reati contestati e successiva assoluzione. Inoltre, le statuizioni civili accessorie devono essere rideterminate in misura proporzionale all'esito del giudizio penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/02/2016 del TRIBUNALE di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO SETTEMBRE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SALZANO Francesco, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per intervenuta decorrenza del termine prescrizionale e conseguente estinzione del reato.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di B…

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