Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18544 del 4 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18544PEN

Massima

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Il giudice, nell'applicare la misura cautelare della custodia in carcere per il delitto di associazione di tipo mafioso, non ha l'obbligo di dimostrare in positivo la sussistenza dei "pericula libertatis", ma solo di apprezzare le eventuali ragioni di esclusione della presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. Pertanto, il giudice è tenuto a compiere una "prova di resistenza" circa il mantenimento in essere della presunzione legale, a fronte di dati dal potenziale contenuto dimostrativo contrario. Nel caso in cui tale "prova di resistenza" sia operata, il pericolo di reiterazione del reato è correttamente ritenuto sussistente e tutelabile ex lege solo con la misura cautelare in atto, anche in assenza di una dimostrazione in positivo della pericolosità sociale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1681/2015 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 26/10/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;
sentite le conclusioni del PG Dott. Pinelli M.S. che ha chiesto l'inammissibilita'.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con ordinanza in data 26 ottobre 2015 il Tribunale del riesame di Catania confermava l'ordinanza del GIP del locale Tribunale che il 24 settembre 2015 aveva applicato a (OMISSIS) la misura cautela…

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