Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7829 del 26 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:7829PEN

Massima

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Il pericolo concreto di reiterazione del reato, desumibile dalle modalità organizzative e dalla personalità delinquenziale dell'indagato, nonché dal rischio di inquinamento probatorio, può giustificare l'applicazione della misura cautelare più grave della custodia in carcere, anche in assenza di precedenti penali, qualora le esigenze cautelari non possano essere adeguatamente soddisfatte con misure meno afflittive. La valutazione della adeguatezza della misura cautelare deve essere effettuata dal giudice in relazione alle specifiche circostanze del caso concreto, tenendo conto della gravità del fatto, delle modalità della sua commissione e della personalità dell'indagato, senza che assuma rilievo determinante la mera possibilità di applicare una misura meno afflittiva, come gli arresti domiciliari, ove questa non risulti idonea a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antonio - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SA. AL. nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza pronunciata in data 5/11/2009 dal Tribunale di Salerno sezione Riesame;

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALATI Giovanni ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO

1. Con ordinanza del 5/11/2009, il Tribunale di Salerno confermava l'ordinanza di custodi…

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