Il delitto di simulazione di reato, di cui all'art. 367 c.p., può essere integrato non solo dalla rappresentazione di un falso reato contenuta in una formale denuncia, ma anche da qualsiasi dichiarazione resa alla polizia giudiziaria nel corso dell'assunzione di sommarie informazioni, purché idonea a provocare l'avvio di investigazioni e a ledere l'interesse pubblico all'integrità delle funzioni giudiziarie. L'appello, al pari del ricorso per cassazione, è inammissibile per difetto di specificità dei motivi quando non risultano esplicitamente enunciati e argomentati i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto o di diritto poste a fondamento della decisione impugnata. Il giudice di appello, pertanto, correttamente dichiara inammissibile l'appello proposto dall'imputato che si limiti a criticare, senza alcun preciso addentellato normativo o giurisprudenziale, la decisione di primo grado che abbia applicato il consolidato orientamento interpretativo in materia di simulazione di reato.