Il decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dal pubblico ministero ai sensi dell'art. 321 c.p.p., comma 3-bis, non è impugnabile autonomamente, in quanto provvedimento puramente provvisorio, destinato a perdere efficacia in caso di mancata convalida o di emissione del successivo decreto di sequestro da parte del giudice. L'impugnazione è ammessa solo avverso il decreto di sequestro emesso dal giudice, il quale può essere sottoposto al vaglio del tribunale del riesame e, successivamente, della Corte di cassazione. Pertanto, il ricorso proposto avverso il decreto di sequestro d'urgenza del pubblico ministero, anziché contro il decreto di sequestro del giudice, è inammissibile, in quanto diretto contro un provvedimento non impugnabile. Inoltre, le censure relative alla tempestività della convalida del sequestro d'urgenza, essendo inoppugnabile, risultano parimenti inammissibili. La valutazione in ordine all'esistenza dei presupposti per l'adozione del sequestro preventivo d'urgenza è rimessa esclusivamente al giudice, il quale, emettendo il proprio decreto, legittima il vincolo reale sul bene sequestrato.