Il reato di uso di atto falso si configura anche quando l'agente non abbia concorso nella falsificazione del documento, ma lo abbia comunque esibito in Italia, essendo irrilevante che la contraffazione sia stata commessa all'estero e quindi non punibile per difetto della condizione di procedibilità rappresentata dalla richiesta del Ministro della Giustizia ai sensi dell'art. 10 c.p. Ciò in quanto il reato di uso di atto falso tutela l'interesse pubblico alla genuinità e veridicità degli atti, a prescindere dal luogo di commissione della falsificazione e dal concorso dell'agente in tale condotta. Pertanto, il giudice non può assolvere l'imputato per il reato di uso di atto falso sulla base della mancata contestazione del concorso nella falsificazione, dovendo invece valutare la sussistenza dell'elemento oggettivo e soggettivo del reato di uso di atto falso, a prescindere dalla punibilità della contraffazione. Ove il fatto risulti diverso da quello contestato, il giudice è tenuto ad emettere ordinanza ex art. 521 c.p.p. senza pronunciarsi nel merito.