Il Ministero della Giustizia è tenuto al pagamento dell'equa riparazione per l'eccessiva durata di un processo, ai sensi della legge 24 marzo 2001, n. 89, anche se il ritardo nell'adempimento non è imputabile a sua colpa, in quanto l'erogazione degli indennizzi agli aventi diritto avviene nei limiti delle risorse finanziarie disponibili. Tuttavia, la penalità di mora prevista dall'art. 114, comma 4, lett. e) del codice del processo amministrativo non è applicabile per gli inadempimenti pregressi alla sentenza che ordina l'esecuzione del giudicato, ma decorre solo dal giorno della comunicazione o notificazione della stessa, in quanto recante l'ordine di pagamento. Pertanto, il ricorso per l'ottemperanza al decreto di condanna al pagamento dell'equa riparazione deve essere accolto limitatamente alla declaratoria di cessazione della materia del contendere per l'intervenuto pagamento delle somme dovute, mentre deve essere respinta la domanda di condanna al risarcimento del danno da ritardo nell'esecuzione del decreto, in assenza di allegazioni circa il danno subito e in considerazione dell'assenza di colpa del Ministero per il ritardato adempimento, dovuto alla necessità di reperire le risorse finanziarie necessarie.