Il potere di revoca della concessione di una ricevitoria del gioco del lotto, previsto dal contratto di concessione, ha natura vincolata nell'an e nel quomodo, non avendo l'Amministrazione alcuna discrezionalità in ordine all'adozione del provvedimento di revoca né potendo adottare misure diverse e più tenui, una volta verificatasi la fattispecie astratta prevista nella fonte convenzionale. L'Amministrazione, infatti, con la stipula del disciplinare di concessione, ha declinato concretamente il potere discrezionale di disporre la revoca riconosciuto dalla legge, tipizzando le ipotesi di revoca, tra cui l'omesso versamento delle somme riscosse entro il termine di cinque giorni dalla diffida. Tale previsione dimostra come l'inosservanza del termine assegnato sia stata qualificata come grave, avuto riguardo all'interesse del creditore pubblico, tanto da riconnettervi espressamente la conseguenza della cessazione del rapporto. La valutazione sulla gravità dell'inadempimento tale da impedire la prosecuzione del rapporto concessorio è stata effettuata "a monte", nella previsione delle clausole del disciplinare, per cui nessuna ulteriore valutazione deve essere effettuata "a valle", una volta verificatosi l'inadempimento considerato "determinante". Ne consegue che il potere di revoca previsto dal contratto di concessione ha natura vincolata, non avendo l'Amministrazione alcuna discrezionalità in ordine all'adozione del provvedimento di revoca né potendo adottare misure diverse e più tenui, come l'applicazione di sanzioni pecuniarie. Il rispetto della scansione temporale prevista dalla normativa di riferimento per l'effettuazione dei versamenti è fondamentale, stante la strutturazione del gioco del lotto, imperniato su estrazioni periodiche ravvicinate, sulla raccolta di un montepremi costituito dal totale delle somme giocate, sul pagamento puntuale delle vincite e/o sul rimborso delle giocate, con la conseguenza che la funzionalità del sistema, sotto il profilo finanziario e contabile, richiede la massima certezza di regolarità dei flussi finanziari. Anche il solo ritardo nel pagamento, dunque, costituisce una violazione legittimante l'adozione del provvedimento di revoca, in quanto determina il venir meno del rapporto di fiducia nei confronti del ricevitore, il quale, a causa del proprio inadempimento, diviene inaffidabile.