Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: L'amministrazione, nell'ambito di un procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA), è tenuta a motivare in modo adeguato e puntuale il proprio provvedimento finale qualora intenda discostarsi dal parere tecnico negativo espresso dall'organo consultivo competente, indicando in maniera convincente e supportata da elementi tecnico-scientifici le ragioni per le quali ritiene di poter superare le conclusioni dell'organo tecnico. Il mancato rispetto di tale onere motivazionale, unitamente all'insufficienza delle prescrizioni imposte per limitare i rischi ambientali evidenziati nel parere negativo, determina l'illegittimità del provvedimento finale di approvazione del progetto, per difetto di motivazione, illogicità e contraddittorietà. Ciò in quanto l'amministrazione non può disattendere il parere tecnico negativo senza fornire una adeguata e congrua motivazione, idonea a superare le valutazioni dell'organo consultivo, specie quando si tratta di questioni di rilevanza tecnica che richiedono specifiche competenze. Il provvedimento finale deve altresì rispettare i principi generali di tutela delle acque, prevenzione e riduzione dell'inquinamento, perseguimento di usi sostenibili delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili, come sanciti dalla normativa di settore.