Il reato di danneggiamento aggravato ai sensi dell'articolo 625, comma 1, numero 7, del codice penale, non essendo stato depenalizzato dal decreto legislativo n. 7 del 2016, è procedibile d'ufficio, indipendentemente dalla remissione di querela da parte della persona offesa. Il principio di obbligatorietà dell'azione penale, sancito dall'articolo 112 della Costituzione, impone al pubblico ministero di esercitare l'azione penale per i reati perseguibili d'ufficio, senza che la volontà della persona offesa possa incidere sulla prosecuzione del procedimento. Tale regola trova applicazione anche nel caso di danneggiamento aggravato, in quanto tale fattispecie, in ragione della sua particolare gravità e della rilevanza degli interessi tutelati, non può essere rimessa alla disponibilità della persona offesa. Pertanto, il giudice non può dichiarare il non doversi procedere per remissione di querela, dovendo invece procedere all'accertamento della responsabilità penale dell'imputato. La sentenza che erroneamente applica la causa di estinzione del reato per remissione di querela, in un caso di danneggiamento aggravato procedibile d'ufficio, deve essere annullata, con conseguente trasmissione degli atti al giudice competente per la prosecuzione del procedimento penale.