Il Comune è tenuto a provvedere sull'istanza del privato volta ad ottenere la rimozione dei vincoli urbanistici imposti sul suo fondo, decorso inutilmente il termine quinquennale di franchigia previsto dalla legge. Il silenzio serbato dal Comune sull'istanza del privato è illegittimo, in quanto viola il principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, nonché il dovere di provvedere entro il termine stabilito dalla legge. Il Comune è pertanto obbligato a pronunciarsi sull'istanza del privato entro il termine di sessanta giorni dalla comunicazione della sentenza, pena la nomina di un commissario ad acta che provveda in sua vece con aggravio di spese a carico dell'amministrazione. La Provincia, pur avendo competenze in materia urbanistica, non è destinataria dell'istanza del privato e pertanto non può essere chiamata a rispondere del silenzio, fermo restando il suo potere di intervento sostitutivo. Le spese del giudizio sono poste a carico del solo Comune, con compensazione nei confronti della Provincia in considerazione dell'incerta ripartizione delle competenze amministrative in materia urbanistica e della possibilità per la Provincia di attivarsi comunque in via autonoma.