Il Comune, nell'esercizio della propria potestà di pianificazione urbanistica e commerciale, può legittimamente limitare l'insediamento di medie strutture di vendita alimentari in determinate aree, anche produttive, al fine di garantire un corretto assetto del territorio e tutelare interessi pubblici generali come l'ambiente urbano, la viabilità e il contenimento del traffico e dell'inquinamento. Tali scelte di pianificazione, rispondendo all'esigenza di assicurare un ordinato sviluppo del territorio, possono porre limiti agli insediamenti commerciali, senza che ciò comporti una violazione dei principi di liberalizzazione delle attività economiche, i quali devono comunque confrontarsi con il potere di programmazione urbanistica della pubblica amministrazione. La diversità degli interessi pubblici tutelati impedisce di attribuire in astratto prevalenza alle norme in materia commerciale rispetto agli strumenti di pianificazione territoriale, purché le prescrizioni urbanistiche non siano dettate da valutazioni estrinseche di natura prettamente economica o commerciale, ma da motivi imperativi di interesse generale riconducibili alle categorie di cui all'art. 41, comma 2, Cost.