Il possesso e l'utilizzo improprio di uno strumento, anche se non qualificabile come arma, può integrare il reato di porto di armi improprie in luogo pubblico, qualora esso sia stato adoperato in modo tale da poter offendere la persona. La valutazione circa la natura e l'uso dello strumento non deve essere limitata alla sua destinazione d'uso originaria, ma deve tenere conto delle concrete modalità di impiego, essendo sufficiente che esso sia stato efficacemente utilizzato per arrecare offesa. La motivazione del giudice di merito, che abbia adeguatamente ricostruito e valutato gli elementi fattuali, non può essere censurata per mera diversità di valutazione delle prove, in assenza di specifiche e rilevanti discrasie logiche o giuridiche. Nell'individuazione della pena, il giudice deve tenere conto di tutti gli elementi di cui agli artt. 62-bis e 133 c.p., senza limitarsi alla sola concessione delle attenuanti generiche, ma motivando adeguatamente le ragioni che lo hanno indotto a determinare la pena entro il limite edittale.